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Immagine del redattoreComunità Monastero Adoratrici

14 agosto 2024 - mercoledì della XIX settimana del T.O.

Memoria di san Massimiliano Maria (Raimondo) Kolbe, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e martire, che, fondatore della Milizia di Maria Immacolata, fu deportato in diversi luoghi di prigionia e, giunto infine nel campo di sterminio

di Auschwitz vicino a Cracovia in Polonia, si consegnò ai carnefici al posto di un compagno di prigionia, offrendo il suo ministero come olocausto di carità

e modello di fedeltà a Dio e agli uomini.



La gloria di Dio risplende soprattutto nella salvezza delle anime che Cristo ha redento con il suo sangue.

Dalle lettere di san Massimiliano Maria Kolbe






Mt 18, 15-20

Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.

In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».


Parola del Signore.


due o tre riuniti nel mio nome ...

Se il tuo fratello commette una colpa, va' e ammoniscilo (Mt 18,15), fa’ di tutto per aiutarlo a cambiare, ma se non ti vuole ascoltare, sia per te come un pagano e un pubblicano, gente impura da tenere ai margini, anzi totalmente esclusa dalla comunità. Eppure è proprio la gente per la quale il Figlio dell’uomo è venuto a dare la vita. Perché non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano (Lc 5,31-32). Dio infatti ha tanto amato il mondo da mandare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna (Gv 3,16). Così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione (Lc 15,7).

Ora tocca a noi fare come ha fatto Gesù, e dunque di non avere paura di comprometterci con il fratello che sbaglia, di farci carico del suo peso, ma al contrario di portarlo con lui, di cercare con lui quella verità, quella via che rende davvero liberi e che ha un nome ben preciso: Gesù, Via, Verità e Vita. Gesù, il Dio con noi e per noi. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro (Mt 18,20).

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