Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, vergine dell’Ordine delle Carmelitane, che a Firenze in Cristo condusse una vita nascosta di preghiera e di abnegazione, pregò ardentemente per la riforma della Chiesa e, arricchita da Dio di doni straordinari, fu per le consorelle insigne guida verso la perfezione.
E viene lo Spirito Santo nell’anima sempre segnato con quel prezioso sigillo del Sangue del Verbo, svenato Agnello; anzi il Sangue è quello che lo muove a venire, se ben da se stesso si muove e vuol venire.
Dal Libro dei colloqui «della rivelazione» e «della probazione» di santa Maria Maddalena de’ Pazzi, vergine
Mc 10, 13-16
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.
Parola del Signore.
"Portavano a Gesù dei bambini perché li toccasse". Gesù, grande taumaturgo, viene cercato dalle mamme perché con il tocco delle sue mani guarisca i loro bambini. Nonostante l'incomprensione dei discepoli, Gesù li accoglie con affetto, non solo li tocca, ma li benedice, li abbraccia e li pone ad esempio. I suoi gesti sono una rivelazione che illumina il nostro cammino.
Questa scena mi ha ricordato il racconto della propria conversione fatto da S. Agostino. Dice nelle sue Confessioni: "Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio della tua pace". Il grande filosofo, il grande pensatore che pure non riusciva a trovare un orientamento definitivo alla propria vita, ha riconosciuto nel "tocco" del Signore il motivo del suo radicale cambiamento. Si tratta cioè di un'esperienza che non si è conclusa con il tempo della missione del Figlio di Dio sulla terra, ma continua nel tempo della Chiesa.
Ognuno di noi può "lasciarsi toccare" da Gesù, accettando come un bambino sa fare, cioè in modo filiale, come Gesù e in Gesù, la propria umanità. San Paolo parla di Gesù, del Figlio di Dio, come di Colui in cui l'universo è stato creato: il principio di unità del mondo è di natura affettiva, è un figlio, il Figlio di Dio. Chi di noi può negare di essere figlio o figlia, di aver ricevuto la propria origine e di portarla in se stesso?
Ecco schiudersi il meraviglioso mistero del nostro essere cristiani, quello di creature invitate alla vita di grazia, "toccate" dalla grazia, invitate a condividere la vita di un Padre celeste che è pronto a "darci tutto", alla sola condizione che siamo pronti a "ricevere tutto", a seconda della nostra capacità. "Lasciarci toccare, saper ricevere" è il segreto della nostra conversione, della nostra liberazione dall'orgoglio, dall'autosufficienza e dalla tristezza.
Più scopriamo di essere figli, più diveniamo "bambini" secondo Dio, cioè uomini e donne riusciti. La Santa Vergine che più di ogni altro ha avuto un'anima "da bambina", ci ottenga la grazia di avanzare in questo cammino.
sr Maria Daniela
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