Memoria dei santi Gioacchino e Anna, genitori dell'immacolata Vergine Maria Madre di Dio, i cui nomi sono conservati da antica tradizione cristiana.
O felice coppia, Gioacchino ed Anna! A voi é debitrice ogni creatura, perché per voi la creatura ha offerto al Creatore il dono più gradito, ossia quella casta madre, che sola era degna del creatore. Rallégrati Anna, «sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori» (Is 54, 1). Esulta, o Gioacchino, poiché dalla tua figlia é nato per noi un bimbo, ci é stato dato un figlio, e il suo nome sarà Angelo di grande consiglio, di salvezza per tutto il mondo, Dio forte (cfr. Is 9, 6). Questo bambino é Dio.
Dai «Discorsi» di san Giovanni Damasceno, vescovo
Mt 13, 18-23
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
"Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno".
Parola del Signore.
Quante volte abbiamo letto, ascoltato, meditato questa parabola del seminatore, chiedendoci a quale tipo di terreno assomigli il nostro cuore.
Non è semplice darci una risposta, e forse Gesù non intendeva invitarci a fare una classifica dei migliori ascoltatori...
Gesù ci parla ogni giorno e vuole che la sua Parola, come pioggia feconda, non ritorni al cielo senza aver portato frutto. Se é sicuramente importante capire, anche con l'intelligenza che è dono di Dio, la Parola, per non lasciare in pasto al maligno ciò che è stato seminato, se è importante accogliere con gioia la Parola lasciando che essa si radichi in modo da resistere alle persecuzioni ed alle difficoltà, se è importante liberare la parola dalle spine delle preoccupazioni e dagli attaccamenti alle ricchezze, tutto questo lavorio interiore ha un fine: PORTARE FRUTTO.
Gesù non ci chiede di portare frutto da soli, non ne saremmo mai capaci, Lui ci invita a rimanere in Lui come tralci uniti alla vite: “Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla." (Gv 15, 4-5)
Signore Gesù, fa che rimaniamo in te, libera il terreno del nostro cuore dalla superficialità e dalle preoccupazioni, perché la tua Parola diventi vita della nostra vita.
Suor Maria Bruna
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