Memoria di santa Monica, che, data ancora giovinetta in matrimonio a Patrizio, generò dei figli, tra i quali Agostino, per la cui conversione molte lacrime versò e molte preghiere rivolse a Dio, e, anelando profondamente al cielo, lasciò questa vita a Ostia nel Lazio, mentre era sulla via del ritorno in Africa.
C’era un solo motivo per cui desideravo rimanere ancora un poco in questa vita: vederti cristiano cattolico, prima di morire. Dio mi ha esaudito oltre ogni mia aspettativa,
mi ha concesso di vederti al suo servizio e affrancato dalle aspirazioni di felicità terrene. Che sto a fare qui?».
Dalle «Confessioni» di sant’Agostino, vescovo
Mt 24, 42-51
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo.
Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.
Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: "Il mio padrone tarda", e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l'aspetta e a un'ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
Parola del Signore.
L’evangelista Matteo in questo ultimo discorso del suo Vangelo ci parla delle realtà future, di ciò che ci aspetta alla fine di questa vita.
Vigilate, ci dice, perché non sapete in che giorno viene il vostro Signore. Questa affermazione non deve destare in noi timore o spavento. Se consideriamo Gesù come un amico, desideriamo che l’incontro con Lui avvenga al più presto.
Santa Teresa di Lisieux gravemente ammalata e prossima alla morte (all’ età di soli 24 anni), diceva alle sue sorelle di non temere l’arrivo del “ladro”, perché non si può avere paura di colui che si ama tanto.
Nel Credo recitiamo ogni domenica: Credo in Gesù Cristo… che il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del padre , e di nuovo verrà nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il Suo Regno non avrà fine.
L’Apocalisse, ultimo libro della Bibbia, termina con queste parole: “Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta, ripeta: «Vieni!». Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l’acqua della vita….Colui che attesta queste cose dice: «Sì, vengo presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù.” (Ap 22, 17.20)
Come possiamo prepararci a questa seconda venuta di Gesù? Vigilate.. . dice il Vangelo. Il fatto che Gesù tardi a tornare ci spinga a comportarci bene nella attesa. Il servo fedele e saggio della parabola odierna non si preoccupa di mangiare o bere egli stesso per ubriacarsi, né tantomeno passa il suo tempo a percuotere gli altri servi, (ricordiamo che si può percuotere anche con le parole, con i giudizi poco caritatevoli). Il servo buono si preoccupa degli altri, dà agli altri, ai fratelli il cibo nel tempo dovuto.
Forse non tutti siamo chiamati a nutrire materialmente i fratelli e le sorelle, tutti però possiamo preoccuparci di saziare i tanti bisogni delle persone che vivono con noi, bisogno di affetto, di attenzione, di relazione autentica.
Dimentichiamo un poco i bisogni affannosi del nostro io egoista e preoccupiamoci dei bisogni degli altri.
Questo ci rende graditi a Dio e felici!
Se il Padrone, al suo ritorno ci troverà ad agire così, beati noi, ci affiderà tutti i suoi beni.
Sr. M. Bruna
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