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Immagine del redattoreComunità Monastero Adoratrici

27 maggio 2024 - lunedì della 8a settimana del T.O.

Aggiornamento: 29 mag

Mc 10, 17-27

Dal Vangelo secondo Marco


In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre"».

 Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.

 Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».


Parola del Signore.


Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?

               Il protagonista del vangelo di oggi è un tale senza nome. Proprio perché è senza nome, in questo tale mi posso ritrovare io, puoi ritrovarti tu che mi leggi.

               Questa tale porta dentro di sé una domanda che li brucia il cuore: “Che cosa deve fare per avere la vita eterna?”, ossia “Che cosa devo fare per essere felice, qui e ora?”.

               Gesù fissa lo sguardo su questo giovane, e guardandolo, lo ama. Fermiamoci un attimo, immaginando questa scena.

               Lo sguardo di Gesù è uno sguardo profondo e dolce. Davanti a Lui questo giovane è completamente trasparente, Lui riesce a scrutarlo dentro, in profondità. Guardando i suoi occhi, il giovane si sente amato per ciò che è, nonostante i suoi dubbi, il suo egoismo, le sue impazienze, le sue incoerenze. Davanti a questo giovane c’è un uomo che li dà fiducia, che lo stima, che li fa capire che davvero è Lui la persona che cerca, è Lui l’unico che può renderlo felice. Il giovane si porta dentro un tormento e insieme un grande desiderio, vuole essere felice. Lo sguardo di Gesù vede davvero tutto ciò che il giovane porta nel cuore, vede davvero il suo grande desiderio di essere felice. Gesù lo comprende fino in fondo e lo prende sul serio. Gesù guarda il giovane con tenerezza, al punto di farlo sentire come se io ai suoi occhi lui sia qualcosa di estremamente prezioso e li dice: “Una cosa sola ti manca…”.

               Che cosa mancava al giovane ricco? Aveva tutto.

               Che cosa manca a te per essere felice?

               Gesù è andato dritto al cuore di questo giovane, che, nonostante avesse tanti beni, era molto infelice e lo ha “costretto” a rientrare in se.

               Questo tale sono io. Questo tale sei tu. Oggi Gesù ci guarda e ci dice, come al giovane ricco: “Tu puoi essere felice qui e ora, dove sei, una cosa sola ti manca”…

               Il giovane cercava la felicità nelle cose, ma il possesso di tante cose anziché renderlo felice, rendevano inquieto il suo cuore.              

               La felicità è interiore, non esteriore; non dipende da ciò che abbiamo, ma da ciò che siamo e a chi apparteniamo.

               Potremmo chiederci oggi: “Che cosa mi manca davvero per essere felice? Chi o cosa può rendere felice il mio vivere, qui e ora?”.

sr M. Benedetta

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