Nella casa di Betania il Signore Gesù ha sperimentato lo spirito di famiglia e l'amicizia di Marta, Maria e Lazzaro, e per questo il Vangelo di Giovanni afferma che egli li amava. Marta gli offrì generosamente ospitalità, Maria ascoltò docilmente le sue parole e Lazzaro uscì prontamente dal sepolcro per comando di Colui che ha umiliato la morte. Nel 2021 Papa Francesco ha decretato che la memoria liturgica presente nel Calendario Romano Generale al 29 luglio, già dedicata alla sola Santa Marta, venisse ridenominata "Santi Marta, Maria e Lazzaro".
Così dunque il Signore fu accolto come ospite, egli che «venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio»
Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo
Gv 11,19-27
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.
Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà».
Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno».
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Parola del Signore.
«Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!...».
Marta sente che viene Gesù e allora gli va incontro e gli apre il proprio cuore, non nasconde i suoi sentimenti. È sicura che Gesù la capirà e la accoglierà.
Forse, anche nel nostro cuore in qualche particolare situazione personale, familiare o comunitaria, è nato un interrogativo simile a quello di Marta: “Se Tu ci ami, Signore, come può avvenire questo?” che esprime la consapevolezza che senza di Lui non è lo stesso, ma rivela anche la pretesa che la sua presenza e l’amore che Egli ha per noi faccia si che la nostra vita non conosca dolori, prove e difficoltà.
Marta, però, sperando l’impossibile e facendo un passo in più, aggiunge:“…so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà”; e certamente non immagina cosa Gesù sta per compiere, ma crede fermamente in Lui, crede che la sua presenza – “Il Maestro è qui…” dirà alla sorella (nel testo del Vangelo che segue e che oggi la liturgia non ci presenta) per invitarla ad uscire e ad andargli incontro – ha il potere di cambiare la realtà.
Signore, anch’io come Marta
credo che la tua presenza
trasforma la mia vita.
Con Te è il mio cuore a cambiare,
perché, ricolmo della forza del tuo amore, risorge.
Con Te il mio cuore,
consapevole della sua fragilità, piccolezza e forza,
impara a diventare un cuore di carne
capace di sentire la fragilità, il dolore, l’attesa dell’altro
che Tu, ogni giorno, mi metti accanto,
un cuore, come il Tuo, pienamente umano,
pronto, per Tua grazia, a dare la vita per gli altri. Amen.
Sr. Chiara
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