Lc 11, 29-32 Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore.
“Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona[»]” (Lc 11,29). “[«]Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra[»]”(Mt12,40).
Questa generazione… E l’uomo di oggi non appartiene forse a tale generazione? Anche l’uomo redento dal Sangue di Cristo versato sulla Croce, imperterrito, cerca un segno. Un segno di salvezza? O, piuttosto, di autoaffermazione?
L’uomo, ieri come oggi, è posto di fronte ai continui prodigi di Dio (dalla spiga di grano che cresce silenziosa al bambino che nasce, dalle guarigioni inspiegabili alle conversioni di anime date per perdute…), ma non li vede. Chiede segni, nonostante già abbondino. Forse l’unico segno, l’ultima possibilità per spalancare gli occhi sull’Amore di Dio, non consiste tanto nei miracoli straordinari (nell’epoca del 3D, degli effetti speciali, dei “progressi” della scienza, chi ci pensa più?), ma nell’improvvisa mancanza di ciò che si dà per scontato, il sopraggiungere della sofferenza e della morte: il segno di Giona, che manifesta la Luce della Risurrezione solo passando attraverso la “perdita”. Solo per esemplificare: si è tutti così sicuri della propria incolumità fisica finché un minuscolo virus non manda in tilt l’umanità; oppure, per considerare un’emergenza passata in secondo piano rispetto al problema del COVID-19, nella prosperità non si immagina che si morirà di fame perché le abbondanti piogge, tanto attese, hanno favorito la moltiplicazione di locuste devastatrici… come sta succedendo in Africa, come potrebbe succedere in qualsiasi altro luogo.
Tu, Gesù, novello Giona, per salvare l’uomo ingrato dal suo fango, non solo hai provveduto e continui a provvedere prodigi divini, ma Ti sei caricato di tutti i nostri mali, delle nostre perversioni, delle nostre sofferenze e li hai sotterrati nel cuore della terra. Tu, Dio Incarnato, sei l’unico vero Bene. Tutto ciò che pensiamo di avere, prima o poi, verrà a mancare. Tu no. Tu sei Dio e hai attraversato la morte per tre giorni, e l’hai sconfitta. Convertici a Te, Signore.
Maria Chiara
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