Memoria di san Bonifacio, vescovo e martire. Monaco di nome Vinfrido, giunto a Roma dall’Inghilterra fu ordinato vescovo dal papa san Gregorio II e, preso il nome di Bonifacio, fu mandato in Germania ad annunciare la fede di Cristo a quelle genti, guadagnando moltitudini alla religione cristiana; resse la sede di Magonza e da ultimo a Dokkum tra i Frisoni, nell’odierna Olanda, trafitto con la spada dalla furia
dei pagani, portò a compimento il martirio.
Al pensiero di queste cose e di altre simili, timore e spavento mi hanno invaso e quasi mi hanno sopraffatto (cfr. Sal 54, 6) le tenebre dei miei peccati.
Dalle «Lettere» di san Bonifacio, vescovo e martire
Mc 12, 18-27
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei - i quali dicono che non c'è risurrezione - e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C'erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie».
Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: "Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe"? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore».
Parola del Signore.
Alla domanda cavillosa dei Sadducei che pongono a Gesù la questione di quella donna sposa di sette mariti che le muoiono tutti, e si chiedono: Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie (Mc 12,22-23); bene, a questa domanda il Signore risponde spostando l’attenzione verso il vero centro del problema, cioè che Dio non è il Dio dei morti, ma dei viventi (Mc 12,27). Non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? (Mc 12,26). Dio si è rivelato a Mosè come il Dio dei padri, il Dio vivente che guida la storia dei vivi. Del resto Gesù si definisce il Vivente: Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente (Ap 1,17-18). Non vi meravigliate di questo!, perché Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà (Gv 11,25).
E come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole (Gv 5,21). Dunque, qui Gesù ci sta dicendo che Dio è il Dio della vita, quella vera, quella vita nuova che riceveremo alla risurrezione. Infatti, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione (Rm 6,4-5).
Entreremo così in una dimensione nuova, del tutto diversa, dove il nostro rapporto con Dio sarà di carattere nuziale, intimo, profondo, in cui sarà finalmente appagata – e per sempre! – l'infinita sete del cuore umano.
sr Marialuisa
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