Mt 9, 14-17
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano».
Parola del Signore.
Nel Vangelo di oggi Gesù davanti ai farisei dice dei suoi discepoli che non hanno motivo di digiunare: lo Sposo, cioè Lui stesso, è con loro, ma quando sarà loro tolto digiuneranno. E' un riferimento al venerdì santo, alla Passione di Gesù, quando il nostro Signore che ha assunto anche la nostra morte, venne strappato visibilmente ai suoi, per incominciare poi con la risurrezione, la stagione della sua vicinanza nella fede. Questa stagione è quella della nostra vita quotidiana di credenti: ogni giorno ci è data la gioia della presenza del Signore, la grazia di rinnovarci nello Spirito, ma ogni giorno sperimentiamo che "nella speranza siamo salvati" (Rm 8,24): il dono della salvezza ci è dato nella fiducia in Lui, nella perseveranza nelle prove, nella pazienza e nel dono di poter crescere nell'amore.
In un certo senso ogni giorno possiamo banchettare con lo Sposo alla mensa del suo Corpo e della sua Parola e nello stesso tempo ogni giorno siamo chiamati ad esercitare la nostra speranza, viviamo una dimensione di digiuno, di rinuncia. Siamo creati per una realtà più grande, per Dio stesso, per essere riempiti da Lui e il nostro cuore è ancora troppo stretto: siamo invitati a fare posto a un dono più grande Dice S. Agostino: "Supponi che Dio ti voglia dare del miele o del vino, se nel tuo cuore c'è dell'aceto dove lo metterai? ". Siamo cioè invitati ogni giorno a fare più spazio a Dio nella nostra vita, togliendo il nostro "aceto", la nostra amarezza di cuore per vivere la gioia simboleggiata dal "vino nuovo". Così la nostra botticella comincia a contenere quel vino "nuovo" che berremo con Gesù in cielo (cf Mt 26,29)
Veramente nella nostra vita la forza del Vangelo può avere un effetto dirompente: nessuno che accoglie la fede è già un otre nuovo, ma lo diventa. Solo la Vergine SS.ma, l'Immacolata aveva questo dono. Da parte nostra credere è sempre un cammino di rinnovamento, un lasciare qualcosa per ricevere molto di più.
sr Maria Daniela
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