ATTENZIONE: Con il mese di settembre abbiamo pensato di ridurre il numero delle pubblicazioni. Non faremo più un post al giorno, ma ci concentreremo sulle domeniche e le feste: i giorni forti che scandiscono il tempo liturgico.
Ringraziamo per la vostra comprensione e benevolenza.
Restiamo uniti nella preghiera vicendevole. Deo gratias!
Festa della Natività della Beata Vergine Maria, nata dalla discendenza di Abramo, della tribù di Giuda, della stirpe di re Davide, dalla quale è nato il Figlio di Dio fatto uomo per opera dello Spirito Santo per liberare gli uomini dall'antica schiavitù del peccato.
Mc 7, 31-37
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: "Effatà", cioè: "Apriti!". E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: "Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!".
Parola del Signore.
Lode a Te o Cristo.
Questo testo del Vangelo mi ricorda la liturgia battesimale di una volta:si metteva il dito nelle orecchie, la saliva sulla bocca e si diceva: “Effatà, apriti!”. Questo Vangelo ha il sapore di un’antica liturgia battesimale, perché questo è il cammino che porta alla fede e il tema fondamentale è aprire l’orecchio per ascoltare e poi per poter parlare.
Infatti, il sordomuto a cui si riferisce il Vangelo non ha nulla a che fare con un tipo di condizione fisica , ma quello che il Vangelo vuole mettere in evidenza a che fare con uno stato interiore di impossibilità di parlare e ascoltare. Ciò non toglie che Gesù ha anche il potere di liberarci da questo tipo di malattie fisiche.
Quando Dio creò l’uomo, non l’ha fatto di nessuna specie, l’ha fatto a sua immagine e somiglianza. Ma Dio com’è? L’ha fatto a sua immagine e somiglianza perché ha l’orecchio per ascoltare la parola e così l’uomo diventa la parola che ascolta.
Dio è parola, comunicazione e dono di sé. L'uomo è prima di tutto orecchio, e poi lingua. L’uomo è libero di scegliere se ascoltare Dio e i fratelli e di rispondergli entrando in dialogo con loro, oppure chiudersi al dialogo e restare nel proprio mutismo e sordità.
Se vogliamo guarire dalla nostra infermità, Gesù è il medico venuto a ridarci la capacità di dialogo con Dio e con i fratelli. Solo a partire da un’intimità vera con Gesù è possibile passare da una condizione ermetica di chiusura a una condizione di apertura.
Solo Gesù può aiutarci ad aprirci. Gesù è venuto per guarire il nostro mutismo e la nostra sordità interiore per farci diventare il vero popolo di Dio, un popolo che ascolta e risponde a colui che gli dice:" Ascolta, Israele!" (Dt 6,4-5;); " Ascoltate!" (Mc 4,3); "Questi è il Figlio mio prediletto: ascoltatelo!" (Mc 9,7).
I Padri della Chiesa dicono che la Vergine Maria ha concepito prima che nel ventre nell’orecchio: lei è quella che ha ascoltato la Parola e ha detto sì alla Parola. Maria ci insegna che la vera maternità è nell’orecchio, cioè se noi ascoltiamo una persona davvero, la accogliamo così com’è e la concepiamo, entra in noi così com’è. È la parola che ce lo fa entrare così com’è.
Ascoltare l’altro è la cosa più grande del mondo: la mamma diventa mamma quando comincia ad ascoltare il figlio, allora lo accoglie in sé, non quando lo fa nascere. Ci concepiamo l’un l’altro ascoltandoci e accogliendoci.
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