Lc 3, 15-16. 21-22
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Parola del Signore.
«[…]ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile» (Lc 3,17). Questo è il battesimo portato da Gesù Cristo, secondo l’espressione di Giovanni Battista: lo Spirito Santo e il fuoco. Da parte sua, Gesù, come ricordiamo in questa Domenica, giorno del Battesimo del Signore, si è lasciato battezzare, cioè immergere (questo significa il verbo battezzare in greco) nel fiume Giordano per raggiungere fino in fondo la miseria di noi poveri peccatori. Infatti, al Giordano, coloro che riconoscevano di aver bisogno di conversione andavano da Giovanni il Battista per farsi immergere nell’acqua e uscirne con l’intenzione di cambiare vita. Però, il nuovo battesimo, quello di Gesù, è infinitamente di più: non è acqua, è fuoco. Non è una bella intenzione, ma una trasformazione.
Spesso associamo il fuoco a qualcosa di terribile. Pensiamo alle foreste devastate nei periodi estivi dagli incendi, per esempio. Ma non è questo il fuoco di Dio. Leggiamo nel Cantico dei Cantici: forte come la morte è l’amore, / tenace come il regno dei morti è la passione: / e sue vampe sono vampe di fuoco, / una fiamma divina! / Le grandi acque non possono spegnere l’amore / né i fiumi travolgerlo (Ct 8,6b-7). Ebbene, a tutti noi, nella vita, sarà capitato di essere stati innamorati. Ci ha forse spaventato il fuoco che ci ha travolto, che ha bruciato la pula del nostro cuore, cioè tutti quegli ostacoli del nostro egoismo che ci impedivano di stare con la persona amata e darle gioia? E perché, allora, dovrebbe intimorirci il fuoco dello Spirito Santo, del Dio perennemente innamorato di ciascuno di noi, che avrebbe dato la Sua vita anche solamente per una persona, se fosse stata l’unica nell’universo intero? Il fuoco di Dio non è un castigo, ma Amore! Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore (Gv 4,7). Ci crediamo o no? Ce ne accorgiamo o no? Se non ce ne accorgiamo, non è perché Dio non ci sia.
Senza di Lui non vivremmo e non saremmo destinati all’Eternità, come ricorda oggi il Salmo 103: Se nascondi il tuo volto, / vengono meno, / togli loro il respiro, muoiono / e ritornano nella loro polvere (Sal 103,29). Se non ce ne accorgiamo, riconosciamo di avere gli occhi dell’anima intasati di pula e chiediamo con umiltà, insistentemente, il dono dello Spirito Santo, perché abbiamo bisogno di essere ricreati dall’Amore per innamorarci: Mandi il tuo spirito, sono creati, / e rinnovi la faccia della terra (Sal 103,30). Chiediamo al Signore di ricordarci che ci ha già battezzati e salvati e non teniamo nascosto questo fuoco.
Maria Chiara
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